Quante volte, davanti a un edificio più o meno maestoso abbiamo detto: “Che bella chiesa!”, oppure “andiamo in chiesa”. Ebbene non è un impiego corretto del termine. E non è esatto neppure usarlo per indicare una struttura articolata e gerarchica o un’organizzazione religiosa.

Il termine greco ekklesia, significa letteralmente “chiamare fuori” e si riferisce a delle persone ossia  a  coloro che sono stati chiamati da Dio a lasciare la vecchia vita senza speranza per diventare figli Suoi.

Quando si parla di chiesa, dunque, non possiamo riferirci a un edificio di mattoni, né a una gerarchia umana ma al significato originario del termine.

Pertanto, dire “chiesa”, significa intendere “gruppo, assemblea di persone”; dire “chiesa di Cristo” “gruppo, assemblea di persone” che seguono Cristo, che appartengono a lui”.

Nel Nuovo Testamento la chiesa viene coniugata con varie espressioni per distinguerla dalle strutture umane.  Eccone alcune: Chiese di Cristo (Romani 16.16); Chiesa di Dio (Atti 20.28); Chiesa dei primogeniti (Ebrei 12.23); Chiese dei santi (1Corinzi 14.34); Chiesa dell’Iddio vivente (1Timoteo 3.15). La Scrittura si serve anche di “figure” come, per esempio, il regno, il corpo, la vigna, la sposa, il tempio, per permetterci di identificarne la struttura e le caratteristiche. Un’immagine molto efficace, che suggerisce l’amore di Dio verso la sua creatura e che lo Spirito Santo usa anche per renderci consapevoli dei legami che ci uniscono nella Chiesa sia al Padre sia ai fratelli, è senza dubbio la famiglia.

Dio è il Padre. Un padre amoroso ma nello stesso tempo giusto e severo: “Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome” (Efesini 3:14-15). Come fa qualsiasi padre Egli ci ama teneramente, ci cura, ci assiste, ci protegge e quando occorre ci riprende: “perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli. Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga?” (Ebrei 12:6-7).

Cristo è il Figlio in questa meravigliosa famiglia, ed è anche il nostro Fratello maggiore: “ma Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se manteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo” (Ebrei 3:6). Un fratello che ci ha mostrato la via dell’ubbidienza, dell’umiltà e del sacrificio: Il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.  Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:6‑11).

Nella famiglia di Dio innumerevoli e profondi sono i benefici che si godono. In essa si realizza un rapporto nuovo con Dio: “ma avete ricevuto lo spirito d’adozione, per il quale gridiamo: Abba! Padre!” (Romani 8:15). In lei si godono i benefici della riconciliazione: “E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione” (2Corinzi 5:18-19). In lei si assapora pienamente l’amore di Dio e si ha la speranza di ricevere un giorno la divina eredità: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi” (1Pietro 1:3-5).

Ma bisogna anche conoscere come comportarsi  nella famiglia del Signore per essere figli ubbidienti e rispettosi: “Ti scrivo queste cose sperando di venir presto da te, affinché tu sappia, nel caso che dovessi tardare, come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità” (1Timoteo 3:15).

Ubbidiamo alla Parola della verità e perseveriamo in essa purificando le nostre anime (1Pietro 1:22 23), per accedere alle molteplici benedizioni che Dio elargisce ai Suoi figli e dare significato e prospettiva vera alla nostra esistenza.