Pubblicati da gberdini

IL MATRIMONIO

Dio, ha creato l’uomo e la donna in maniera tale che si attirino e si cerchino reciprocamente. Il racconto biblico della creazione parla dell’essere umano “maschio e femmina”, facendo della sessualità una condizione naturale ed esaltando le differenze fisiche e psichiche che esistono tra i due sessi. Dio ha stabilito non solo che l’uomo e la donna si attraggano, ma anche che si completino e per questo ha fissato delle regole, che possiamo definire come “la legge del matrimonio”, alla cui base ci sono tre principali finalità:

1. COMPLETARSI

L’uomo non è stato creato per vivere da solo, aveva bisogno di una creatura che gli stesse vicino e che lo aiutasse da un punto di vista psico-fisico. Per questo Dio ha creato la donna: “Poi l’Eterno disse:’ non è bene che l’uomo sia solo: io gli farò un aiuto conveniente” (Genesi 2:18). È un completamento che abbraccia diverse sfere, dalla vita sessuale, all’aspetto psicologico, intellettuale e sociale.

2. VIVERE SESSUALMENTE

L’uomo e la donna esistono l’uno per l’altro e non solo per avere figli. Il matrimonio è un’unione d’amore e ha in sé un significato che prescinde dalla procreazione e trova piena realizzazione anche in coppie che non hanno figli. Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, nel definire i diritti e i doveri della coppia afferma: «Ma a

DIO E IL TABERNACOLO

L’incontro tra Dio e l’uomo è un dato fondamentale dell’esistenza ed è stato da sempre fissato all’interno della storia umana.

Lo stesso termine religione proviene dal latino religare, ossia unire insieme, porre in relazione, ed esprime la volontà di Dio di instaurare con l’uomo un legame forte e duraturo. Paolo rileva come l’uomo non sia stato mai capace di trovare Dio da solo. È stato dunque Dio a cercare l’uomo per istituire con lui questo legame: “Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione” (1 Corinzi 1:21).

La primissima relazione che Dio stabilisce con l’uomo è una relazione creatrice. Dio crea l’uomo e gli si rivela. La Bibbia è la storia delle rivelazioni di Dio. La parola rivelare viene da alcuni fatta risalire all’espressione retro velum dare, che in latino significa “dare ciò che sta dietro il velo”, ossia far conoscere quello che non è immediatamente comprensibile dalla ragione umana, finita e limitata. Dio è un Dio che parla, che si rivela, che si preoccupa della sua creatura.

La Sacra Scrittura continua nel tempo la Rivelazione di Dio, rendendola accessibile anche alle epoche successive. Mentre nell’Antico Testamento il destinatario è un popolo (da qui nasce l’Ebraismo), nel Nuovo Testamento …

I LUOGHI CELESTI

L’espressione “luoghi celesti” si trova solo nella lettera agli Efesini (1:3-20; 2:6; 3:10; 6:12) e indica le realtà trascendenti:

  1. Benedetti in Cristo di ogni benedizione spirituale (1:3);
  2. Cristo vi è assiso (1:20);
  3. Siamo proiettati in essi per effetto del battesimo (2:6);
  4. Sono la sede di principati e potestà superiori e in essi si materializza il nostro conflitto spirituale (6:12).

Nei luoghi celesti, dunque, il Cristiano trova perdono, redenzione, serenità e comunione con Cristo, ma trova anche un conflitto che è chiamato a combattere e vincere in questa vita con l’aiuto e il supporto del Signore, conflitto che nulla ha a che fare con magie, incantesimi, esorcismi, stregonerie, sortilegi, fantasmi e cose simili che sono condannate già dal Signore per l’infondatezza dei loro presupposti. Satana è più astuto e le sue manifestazioni più pericolose delle superstizioni facilmente contrastabili.

La sede del combattimento è piuttosto la nostra coscienza, il nostro animo, la nostra volontà. È qui che si agitano le forze invisibili del male che cercano di prendere piano piano possesso di noi, ferirci in maniera mortale, e farci uscire dai luoghi celesti: “Ciascuno invece è tentato quando è trascinato e adescato dalla propria concupiscenza. Poi quando la concupiscenza ha concepito partorisce il peccato e il peccato, quando è consumato genera la morte” (Giacomo 1:14-15).

È vitale allora farsi trovare …

LA CONSOLAZIONE DI ISRAELE

“Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest’uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d’Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge, lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo: «Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele»” (Luca 2:25).

All’arrivo di Maria e Giuseppe nel tempio con il bambino, lo Spirito Santo, di cui Simeone era ripieno, gli rivela l’identità del piccolo. È lui il Messia, colui che porterà la salvezza nel mondo, colui che saprà consolare ogni tristezza e ogni sconforto. La consolazione del Padre è in Cristo Gesù, perché Gesù è via per la salvezza, la vita, la gioia, il sostegno, la speranza, l’amore, la carità, la luce del Padre.

Cristo è tutto per il Padre e il Padre dona tutto all’uomo attraverso Cristo, per mezzo della sua …

Paolo l’uomo che NON inventò il Cristianesimo

 

CHI ERA L’APOSTOLO PAOLO, L’UOMO CHE DOPO DUEMILA ANNI ANCORA DIVIDE LE OPINIONI

Si svolgeranno a Monfalcone l’10 e il 11 maggio presso la Chiesa di Cristo di Monfalcone  (Via Bixio 15, ore 18,30, ingresso libero) due incontri sulla vita del grande divulgatore del messaggio di Cristo. In particolare il tema sarà una lettura critica del recente libro di Corrado Augias in cui si definisce l’apostolo come il vero fondatore del Cristianesimo.

E’ sempre stata molto affascinante la figura di Paolo di Tarso. Affascinante come lo è stata la sua storia. Saulo l’ebreo con cittadinanza romana che da feroce oppositore e persecutore dei primi cristiani, si unì poi a loro in seguito a una conversione che secondo i testi biblici lo colpì sulla strada per Damasco dove divenne cieco e cadde da cavallo. Cambiò il suo nome in Paolo e iniziò una straordinaria opera di evangelizzazione, fondamentale per lo sviluppo del Cristianesimo. Oggi lo definiremmo un divulgatore appassionato, che a costo della sua stessa vita non si stancò mai di diffondere il messaggio di Cristo, intestardendosi fino ad arrivare al cuore del mondo, a Roma, quella stessa Roma che per lui era stata patria, fede e missione.

Numerosa la produzione critica intorno alla figura di Paolo; sono stati tanti infatti gli studiosi e gli intellettuali sia credenti …

ERODE AGRIPPA II – un uomo vicino alla conversione (Atti 26)

Nel racconto della prima prigionia subita dall’apostolo Paolo si succedono tre personaggi che hanno tra di loro ruoli diversi e decisivi.

Gli avvenimenti iniziano al ritorno a Gerusalemme dell’Apostolo dal suo terzo viaggio missionario (58 d.C.). Il clima che si respira in città non è certo favorevole per l’Apostolo. Nell’aria gravano i sentimenti ostili che migliaia di Giudei nutrono verso di lui, considerato ormai un nemico della Legge mosaica perché li sollecita ad abbandonare Mosè.

Va ricordato che la Legge mosaica costituisce per i Giudei qualcosa di più di una normativa puramente spirituale. Essa regola tutti gli aspetti della loro vita civile, sociale e religiosa. I Giudei che si sono convertiti a Cristo non hanno dismesso i costumi nazionali e le norme vigenti, così come avviene oggi per qualunque convertito che proviene da una falsa religione. Le leggi locali e nazionali continuano a vigere. Certamente, Paolo insegna che la Legge mosaica è stata inchiodata sulla croce (cfr. Colossesi 2:14) e sollecita i Giudei a non circoncidere i figli e a non conformarsi a riti ormai vuoti, superati e privi di senso. La sua predicazione è lineare. Tuttavia, Paolo non ha mai insegnato che le formalità civili, sociali o religiose siano in sé stesse peccaminose al pari del culto idolatrico. Il peccato innegabile e trasparente è sostenere che la Legge sia …

IL TEMPO DELL’ASCOLTO

“Mentre era in cammino con i suoi discepoli Gesù entrò in un villaggio e una donna che si chiamava Marta, lo ospitò in casa sua. Marta si mise subito a preparare per loro, ed era molto affaccendata. Sua sorella invece, che si chiamava Maria, si era seduta ai piedi del Signore e stava ad ascoltare quel che diceva. Allora Marta si fece avanti e disse: “Signore, non vedi che mia sorella mi ha lasciata da sola a servire? Dille di aiutarmi! Ma il signore rispose: Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi di troppe cose. Una sola cosa è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore e nessuno gliela porterà via” (Luca 10:38-42). Luca narra questo episodio in cui sono protagoniste Marta e Maria, due sorelle molto diverse tra di loro.

Ho sempre associato Marta a mia madre. Una donna avvolta dai vapori della cucina e della laboriosità, attiva, terrena, diligente e abile. Sempre pronta a spalancare la porta di casa, a confezionare un succulento pasto e a inondare gli ospiti con la sua travolgente allegria e dinamicità. Confesso che ho sempre ritenuto Marta come utile e necessaria nella sua laboriosità. Il Vangelo ci invita, infatti, a non dimenticare l’ospitalità, esortandoci a praticarla: “Non dimenticate l’ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli” (Ebrei 13:2).

Mia …

UN NUOVO ANNO DI SPERANZA

“Anzi abbiate nei vostri cuori un santo timore di Cristo, pronti sempre a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domanda ragione della speranza che è in voi, ma con dolcezza e rispetto” (1Pietro 3:15).

Ogni anno passa velocemente ed è sempre il tempo dei bilanci ma anche dei propositi e delle speranze. Il Signore continua a sorreggerci e a incoraggiarci attraverso la sua Santa Parola.

Il santo timore che si deve avere in Cristo, per essere vero, deve risiedere anzitutto nel nostro cuore. Il santo timore di Gesù libera i cristiani da ogni paura. Essi sentono che soffrire per la verità, in una società avvolta dal freddo tradizionalismo, è un alto onore: “Ed essi se ne andarono dalla presenza del Sinedrio, rallegrandosi d’essere stati reputati degni di esser vituperati per il nome di Gesù” (Atti 5:41). Questi erano gli apostoli di Cristo. Questo è un soffrire santamente, un soffrire come soffrirono i profeti e tutti i servi del Signore.

I cristiani comprendono che le sofferenze, le prevaricazioni, gli insulti, le derisioni sono per la loro anima una salutare disciplina che le strappa da quello che è vano e momentaneo, per fissare la loro vita sui beni che sono veri ed eterni. Questi accrescono in loro la pazienza, l’umiltà, la fede, la bontà e la coerenza. La …

FESTEGGIARE O NO IL NATALE?

È domanda che ognuno dovrebbe porsi in questo periodo festivo, in cui come per incanto tutti sembrano trasformarsi in esseri buoni e caritatevoli. La suggestione che l’uomo ha creato sul Natale ferma, infatti, per un attimo la routine della vita, anche di coloro che sono sempre indifferenti ai problemi dello spirito, e tutti, anche se per pochi istanti, si lasciano sollecitare dai messaggi di pace e di amore che echeggiano ovunque.

L’uomo serio e coerente deve però riflettere con attenzione e senza fare eccessiva leva sul suo sentimento e sulle sue emozioni: È giusto essere “Cristiani” solo pochi giorni l’anno? È giusto parlare di pace e amore nel giorno di Natale per ritornare subito dopo a sbranarci come dei lupi? È proprio questo l’intento di Dio? E soprattutto è vero che Gesù di Nazareth è nato il 25 dicembre e che i suoi Apostoli ci hanno insegnato a festeggiare questo giorno?… Insomma, quale è la volontà di Dio in proposito al Natale?

Basta riflettere un momento per capire l’importanza di queste domande, perché a seconda delle risposte che daremo, il nostro com­portamento cambierà. Se Gesù è nato il 25 dicembre e se ci ha ordinato di festeggiare il suo compleanno, allora faremo bene ad ubbidire e a vivere tutte le implicazioni che tale festeggiamento comporta. Ma se Cristo non è …

RISPETTARE IL MODELLO (lezioni dall’Antico Testamento)

La Chiesa di Cristo è stata istituita con scopi precisi e delimitati. Il loro mancato rispetto fa sì che la Chiesa cessi di essere “di Cristo”, ossia smetta di essere la sposa del Signore.

Ogni volta che Dio ha voluto costruire qualcosa con e per gli uomini, ha dato un modello al quale attenersi con amore e rispetto.

Nel Vecchio Testamento (che per i Cristiani è una preziosa collezione di validi esempi) troviamo tanti casi di scrupolosa obbedienza ai comandamenti del Signore. Tra essi possiamo ricordare:

  • Noè, che ai tempi dell’arca, fece sempre tutto come Dio gli aveva comandato (Genesi 6:22), dimostrando così la sua fedeltà;
  • Abramo, pronto a sacrificare il proprio unico figlio, seguendo le indicazioni apparentemente assurde di Dio (Genesi cap. 22);
  • Mosè che eseguì ogni cosa secondo il modello ricevuto da Dio (Esodo 20:9-40), modello dal quale non si doveva togliere o aggiungere nulla e non si doveva deviare né a destra né a sinistra (Deuteronomio 4:2 e 17:20).
  • Lo stesso principio valse per la costruzione del tempio ebraico (1Re 6:38; Ezechiele 43:10-12).

Ogni violazione dei comandamenti di Dio fu inevitabilmente punita (ricordiamo il caso di Nadab e Abiu, i figli del sacerdote Aronne, che furono “castigati” con la morte per aver operato una piccola, apparentemente insignificante variante al culto stabilito da Dio (Levitico 10:1-3).…