Pubblicati da gberdini

IL REGNO DI CRISTO E LA FINE DEL MONDO

Quando il vangelo parla del regno dei cieli, si riferisce sempre alla chiesa, la realtà spirituale dove Gesù regna oggi (Colossesi 1:13 – Egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figliuolo”). Paolo conferma e pone l’accento sulla realtà spirituale della chiesa definendola addirittura un “luogo celeste” (Efesini 2:6 – “…ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù”).
Gli Ebrei aspettavano un Messia che li avrebbe riscattati e che avrebbe istaurato un nuovo governo e la loro delusione e incredulità derivò proprio dal fatto che Gesù non fece nulla di tutto questo, al contrario istaurò un regno spirituale, che non fu compreso proprio come oggi, un regno dove l’uomo può trovare il perdono e la comunione con il Padre. Un regno che non ha caratteristiche fisiche e materiali ma che è dentro ogni uomo che vuole diventare Suo Figlio.
Non abbiamo l’arroganza e la presunzione di sapere quello che è nella mente del Padre. Non sappiamo quale sarebbe stato il destino dell’uomo se questi non avesse peccato. Non sappiamo se Dio lo avrebbe trasportato comunque in una dimensione spirituale senza fargli conoscere la morte e dolore, che caratterizzano la nostra vita. Non sappiamo è non possiamo …

Il Fariseo e il Pubblicano

Disse ancora questa parabola per certuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio per pregare; uno era fariseo, e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così dentro di sé: “O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri; neppure come questo pubblicano. Io digiuno due volte la settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo”. Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!” Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s’innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato»   (Luca 18,9‑14).

Gesù racconta questa parabola per denunciare due disposizioni sbagliate, opposte al comportamento che Dio desidera nell’uomo. La prima è la presunzione di essere giusti di fronte al Signore, la seconda è sentirsi superiori agli altri.

È interessante notare come i due atteggia­menti siano legati e dipendenti l’uno dall’altro. Il fariseo, che presume di sé ed è sicuro della propria giustizia, è anche un giudice zelante e spietato nei confronti del suo prossimo: «Ti ringrazio che non sono come gli altri uomini… o anche come questo pubblicano».

È interessante notare come la …

I DUE DISCEPOLI DI EMMAUS (Luca 22:13-34)

L’ULTIMA SETTIMANA

L’ultima settima della vita del Signore è stata una settimana molto intensa e piena di eventi. Gesù è salito a Gerusalemme per celebrare la Pasqua ebraica. È stato accolto dalle folle in maniera trionfale, celebrato come un re. È andato nel tempio e ha insegnato mostrando la sua autorità. Si è scontrato con Scribi e Farisei mettendo in risalto la loro ipocrisia e la loro poca fede nel Dio d’Abramo, che pur affermavano di seguire. Poi durante la cena pasquale ha rivelato ai discepoli il destino che lo attendeva, ha lavato loro i piedi insegnando l’umiltà e il servizio e ha istituito il memoriale della cena affinché coloro che lo amano non dimentichino il suo sacrificio e abbiano in loro una profonda riconoscenza che si trasformi in fede ubbidiente. Quindi è stato tradito da uno dei suoi. È stato arrestato, rinnegato da chi diceva di amarlo e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. È stato processato, ingiuriato, flagellato. È stato condannato a morte da quella stessa folla che lo aveva acclamato solo pochi giorni prima. Infine, è stato crocifisso insieme a due ladroni, trafitto da una lancia, sepolto nella tomba di Giuseppe d’Arimatea.

Nel giro di una settimana tutto si è dissolto, tutto è svanito, tutto è finito: sogni, aspettative, bisogni, certezze, desideri, progetti, speranze e promesse che

L’ANTICRISTO – 1 Giovanni 2:18-19; 1 Giovanni 4:1-3; 2 Giovanni 7

Tema affascinante spesso oggetto di fantasie e speculazioni.

Il termine anticristo ricorre solo nella prima e seconda epistola di Giovanni. Il concetto che esprime è opposizione alla Parola di Cristo (“anti” è un prefisso derivante del greco antí che significa“contro, di fronte” e che in parole composte esprime opposizione ed avversione). Pur non usando questo termine, la Scrittura molte ne propone il significato. Paolo apostolo, ad esempio, afferma che il mistero dell’empietà è già all’opera (2 Tessalonicesi 2:1-12). Pietro avvisa i cristiani che tra loro sarebbero sorti molti falsi dottori che avrebbero introdotto eresie di perdizione, rinnegando il Signore (2 Pietro 2:1-2). Giuda parla di infiltrati che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio (Giuda 4). Lo scrittore della lettera agli Ebrei riferisce di chi crocifigge di nuovo il Signore esponendolo ad infamia (Ebrei 6:4-8). Esaminano brevemente i tre brani in cui Giovanni usa questo termine.

1 GIOVANNI 2:18-19

«Ragazzi, è l’ultima ora. Come avete udito, l’anticristo deve venire, e di fatto già ora sono sorti molti anticristi. Da ciò conosciamo che è l’ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; perché se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è avvenuto perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri».

ULTIMA ORA

I primi cristiani erano coscienti di vivere …

RINASCERE IN CRISTO – Il significato del battesimo insegnato da Gesù

Il centro di una ruota è molto importante perché tutti i raggi della ruota si uniscono al centro. Cristo è come il mozzo della ruota. In Cristo tutti si uniscono per formare un perfetto cerchio attraverso il quale la chiesa avanza nella sua opera di salvare le anime, aiutare i bisognosi e edificarsi l’un l’altro nell’amore. Senza Cristo questo non può accadere. In un’analogia simile, il secondo capitolo del libro degli Atti è stato definito “il fulcro della Bibbia”.

In Atti 2 abbiamo il culmine del piano di Dio per salvare l’umanità. In questo grande capitolo è descritto l’inizio della chiesa di Cristo, che era nella mente di Dio molto prima che la legge di Mosè fosse promulgata. L’eterno proposito di Dio era di salvare l’uomo attraverso la chiesa che Gesù Cristo avrebbe stabilito dopo la sua morte, sepoltura e risurrezione. Il tempo di questo inizio è proprio descritto in Atti 2, il primo giorno di Pentecoste dopo la risurrezione di Gesù.

In Atti 2 leggiamo che lo Spirito Santo permise agli apostoli di parlare lingue che non avevano mai appreso per comunicare agli ebrei lì riuniti da ogni nazione che quel Gesù, che avevano crocifisso, era in realtà il Messia, il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Lo scopo della predicazione di Pietro era, di indurli a pentirsi, a …

IL VANGELO DI MARCO

Le parole introduttive con le quali Matteo aveva iniziato la sua narrazione erano state: “Genealogia di Gesù Cristo, figliuolo di Davide, figliuolo di Abramo”. L’evangelista indicava lo scopo della sua storia, dimostrare che Gesù di Nazareth era il Messia atteso dal popolo di Israele, era il discendente di Davide, era la progenie di Abramo, che avrebbe portato la benedizione a tutte le nazioni.

Marco, invece, scavalca la genealogia storica di Gesù e inizia il suo Vangelo con una dichiarazione solenne:“Inizio del vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio”. Marco è l’unico che ha intitolato Vangelo (to euaggelion= “buona notizia”) il suo libro su Gesù Cristo. Solo più tardi questo termine passerà a indicare l’opera degli altri autori che hanno descritto la vita del Signore.

Marco identifica la buona notizia con Cristo. In 8:35 e 10:29 sacrificarsi o morire per il vangelo significa farlo per Cristo.

Nell’intitolare il suo libro “il vangelo”, Marco intende affermare che non è solo un resoconto o una narrazione su Gesù, ma una proclamazione del Cristo risorto, nella quale egli si è reso nuovamente presente. Per questo la Chiesa non si limita a ripetere la predicazione di Gesù, ma fa di Lui l’oggetto del proprio annuncio.

Gesù si è presentato nella veste di inviato divino per rivelare la mente di Dio e …

I PRIMI CRISTIANI

CHI ERANO, COME VIVEVANO, COME ERANO ORGANIZZATI, COSA PROPONEVANO AGLI ALTRI

 

PREMESSA

Quando pensiamo ai “primi cristiani” siamo intuitivamente portati a sublimare il concetto di questo originario nucleo di credenti per semplice associazione alla mitica epoca in cui si formarono e vissero. E’ fuor di dubbio che l’epoca a cui ci riferiamo è unica ed irripetibile per i fatti portentosi che vi si verificarono a partire dall’evento straordinario della nascita della Chiesa nel giorno della Pentecoste, ma anche per la presenza dei dodici apostoli, per l’eccellenza del loro ruolo (“…mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e Samaria e fino alle estremità della terra” Atti 1:8), per l’importanza della loro missione (“Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che vi ho comandate” Matteo 28:19-20), per la suprema autorità conferita (“Chi ascolta voi ascolta me” Luca 10:66), per la diretta e irripetibile assistenza loro accordata (“guidandoli in tutta la verità, insegnando loro ogni cosa, rammentando tutto ciò che Gesù aveva loro detto e annunziando loro le cose a venire” Giovanni 14:26; 16:13). Ma se l’origine, il consolidamento e la diffusione del Cristianesimo nel suo primo evolversi, passa attraverso gloriosi eventi, …

LA BIBBIA

Che Cosa è la Bibbia?

L’antico libro che chiamiamo Bibbia è una raccolta di 66 singoli libri, scritti da più di 30 persone in un arco di tempo di migliaia di anni. È un capolavoro realizzato con cura, utilizzando varie tecniche letterarie come poesia, narrativa e discorso. Sorprendentemente, è un libro scritto da Dio stesso usando le penne degli uomini (2 Timoteo 3:16; 1 Pietro 3:20-21). Sebbene questi fatti ci aiutino a cogliere un’idea della struttura, della storia e della paternità della Bibbia, rimaniamo ancora con la nostra domanda iniziale: che cos’è la Bibbia? Qual è il punto di questo libro?

La Bibbia è la storia della bontà di Dio. Fin dall’inizio dei tempi, Egli è stato il creatore di cose buone. Sette volte in Genesi 1 ci viene detto che quando Dio guardò la creazione che aveva appena fatto “vide che era buono“. Ha creato la prima donna (Eva) per il primo uomo (Adamo) perché ha visto che “non era bene” che l’uomo fosse solo (Genesi 2:18). Sebbene l’umanità scelse rapidamente di definire la propria bontà mangiando dal proibito “albero della conoscenza del bene e del male“, tutto ciò che trovò fu distruzione e morte.

In tutta la Bibbia, ogni nuova generazione ha contribuito alla distruzione del mondo, anche i giusti servitori di …

Il senso del dolore

IL SENSO DEL DOLORE

Scrive Pietro apostolo: «Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove…» (1 Pietro 1, 6). L’esultanza del cristiano è motivata dalla speranza, nonostante le prove. La prospettiva che stà dinanzi a loro genera un’allegrezza che dona la consapevolezza che le pene saranno di breve durata, il premio sarà invece eterno.
Qui troviamo un’eco al discorso della montagna in cui Gesù proclama felici quelli che piangono, che sono perseguitati per ragioni di giustizia, perché sanno che grande sarà la loro ricompensa nei cieli (Matteo 5, 11-13). Giacomo usa pure espressioni analoghe sulla gioia e il dolore (Giacomo 1, 2-4).
In un mondo malato, dove la ragione si smarrisce nella nebbia, occorre che il dolore serva a ritrovare la luce. In questo mondo ferito, dove l’odio si scatena nell’iniquità, bisogna che il dolore serva a cantare l’amore. Solo il dolore dà luce, calore e rilievo alla favola e al ricamo della vita. Il tempo passa e il fiume corre verso la foce. È necessario vivere prima di morire e capire prima di giungere alla meta.
Senza amore non si vive, senza dolore non si ama. Bisogna imparare ad amare per vivere meglio. E a soffrire, per amare di più. Così amore e dolore sono il flusso e il riflusso …